Prima infanzia, diagnosi precoce dei disturbi dello spettro autistico e del neurosviluppo, prematurità, ritardo psicomotorio e plusdotazione, disturbi del comportamento, disorganizzazione del movimento, disarmonia emotiva. Sono i molti campi di intervento dell’equipe multidisciplinare che opererà presso il centro Entheos-IdO di Francofonte, fortemente voluto da Sabrina Scalone, psicologa e psicoterapeuta dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), che di Entheos sarà la responsabile.
Il centro sarà inaugurato il 22 maggio con un evento che verrà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook dell’Istituto di Ortofonologia – IdO a partire dalle ore 15.30. All’inaugurazione interverranno Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell’IdO; Riccardo Mondo, psicologo e direttore del centro studi Impa; Gabriele Ajello, psicologo e co-responsabile del Centro Alias di Palermo; e Patrizia Vacante, assistente sociale. Sarà presente anche la pediatra consulente Anna Maria Ippolito.
“Entheos-IdO- spiega Sabrina Scalone- sarà un centro per la diagnosi e il trattamento dei disturbi del neurosviluppo e insisterà nel territorio di Franconfonte, che si trova in provincia di Siracusa, ma è anche al confine con i territori delle province di Catania e di Ragusa. Quindi si trova in una posizione nevralgica, che può abbracciare le esigenze di tanti territori e cittadine. Per questo- aggiunge la psicologa- Entheos-IdO potrà dare risposte a tante famiglie costrette in questi anni a viaggiare nelle grandi città, per recarsi in centri di eccellenza o nei grandi ospedali pubblici. O ancora, famiglie costrette ad accontentarsi delle possibilità di riabilitazione offerte dal territorio, che spesso privilegiano alcune parti o dimensioni del disturbo piuttosto che proporre interventi più ampi e inclusivi, sia per il bambino che per la famiglia. Questo è l’obiettivo principale per cui il centro nasce a Francofonte- chiarisce Scalone- e sarà, in qualche modo, la riproposizione del modello IdO di Roma in un territorio, come quello della Sicilia orientale, che fino ad oggi ne è stato privo”, ricorda la responsabile.
Tre le parole d’ordine sulle quali viene declinato, nel centro siciliano, il modello DERBBI (Developmental, Emotional Regulation and Body-Based Intervention) dell’IdO: evolutivo, integrativo e innovativo. “Quando parliamo di modello evolutivo- spiega Scalone- non ci riferiamo solo all’evoluzione, allo sviluppo del bambino in sé e alla sua crescita, ma anche all’evoluzione del disturbo, delle tipicità e delle atipicità che il bambino presenta nel corso della sua crescita. È, inoltre, un modello integrativo perché integra più livelli e professionalità diverse, soprattutto integra le famiglie: mamme e papà sono parte integrante del processo di cura di un bambino. Non è pensabile- ricorda l’esperta- avviare un percorso terapeutico con un bambino senza prendersi cura dei suoi genitori e fratelli”. Il modello terapeutico dell’IdO è integrativo “perché dentro le stanze di valutazione e di terapia viene integrato il corpo del terapeuta- continua Scalone- che non è
uno spettatore, né un dispensatore di metodi o tecniche, ma è parte integrante della cura e di un processo relazionale unico e capace di apportare cambiamenti. Infine- prosegue la responsabile del nuovo centro- è un modello innovativo perché si propone in un territorio con degli atteggiamenti valutativi e terapeutici nuovi, mai messi in campo, ad esempio per la lunghezza del trattamento. Innovativo perché vuole offrire a queste famiglie qualcosa di nuovo che possa soddisfare e accogliere la complessità che tali disturbi presentano”.
Per cogliere a pieno la complessità di queste problematiche, dar loro risposte adeguate e altrettanto articolate, secondo il modello dell’IdO, il centro Entheos avrà al proprio interno una equipe multidisciplinare composta da “neuropsichiatra infantile, pediatra, osteopata, logopedisti e psicomotricisti. Non e’ escluso che possano entrare a farne parte altre figure come musicoterapeuti, educatori e operatori per le terapie domiciliari. Ci sarà una sinergia di lavoro pronta ad accogliere
la complessità dei bambini che arriveranno da noi”. Anna Maria Ippolito, pediatra dell’Azienda ospedaliera per l’emergenza Cannizzaro di Catania, sarà consulente pediatrica del centro Entheos-IdO: “Il modello DERBBI, denominato progetto Tartaruga, coinvolge per la prima volta in maniera forte il pediatra in una problematica troppo spesso delegata al neuropsichiatra infantile, ai terapisti e allo psicoterapeuta. Il lavoro dell’IdO ci consegna strumenti importanti per lo screening e il monitoraggio del bambino con vulnerabilità del neurosviluppo nella fascia 0-2 anni. Come pediatra consulente del centro- tiene a precisare Ippolito- sarò di supporto nella sensibilizzazione e nella formazione sul territorio delle realtà che si prendono cura dei bambini: altri pediatri, famiglie e
scuole. Tutte le volte che sarà richiesta la presenza del pediatra per la valutazione multidisciplinare, io ci sarò”.
Secondo Ippolito c’è bisogno di una maggiore formazione dei pediatri ospedalieri sul riconoscimento dei sintomi dei disturbi dello spettro autistico e del neurosviluppo: “C’è ancora poca formazione per l’approccio a questi bambini in ambito ospedaliero. Dobbiamo crescere molto e abbiamo bisogno di un confronto costante con chi si occupa dei bambini coinvolti nello spettro. Mentre il pediatra di famiglia segue il bambino fin dalla nascita e può osservare i segnali predittivi, non è così per il pediatra ospedaliero”. D’altro canto, “il pronto soccorso pediatrico è un osservatorio privilegiato- ricorda Ippolito- che ci permette di vedere uno spaccato importante della società e delle famiglie. Ad esempio, registriamo una percezione esagerata nei confronti di situazioni avvertite come pericolose ma che potrebbero essere gestite in maniera diversa. Una percezione che fa emergere un senso di inadeguatezza del ruolo genitoriale in una società portata all’ansia e alla preoccupazione estrema. Vediamo adolescenti, e sempre più spesso anche bambini, con problemi di ansia, attacchi di panico durante le ore di scuola. Una situazione- conclude la pediatra- che è peggiorata con il lockdown”.